Mattia Grassani, avvocato della SSC Napoli, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss del recente taglio stipendi applicato dalla Juventus ai suoi calciatori. Una scelta che, secondo il legale degli azzurri, avrebbe dovuto essere concordata con tutti gli altri club del massimo campionato: “La crisi non riguarda solo i top player, ma in maniera più drammatica le categorie inferiori. E’ un problema serio, gli stipendi in tutte le società rappresentano l’uscita più importante. Il tema dovrebbe essere affrontato in maniera sindacale. Fare accordi pilota o precorrere i tempi, nella piena e assoluta disponibilità del club che intende ragionare in questi termini, rompe il fronte. Adesso ci sono 19 club che il problema devono affrontarlo e un club che l’ha risolto. Nel sistema professionistico esistono le rappresentanze di categorie: le leghe per i club, l’AIC per i calciatori, l’AIAC per gli allenatori, ADISE per i direttore sportivi, AIPAC per i preparatori atletici. Se queste componenti stabiliscono un accordo, da valere come protocollo d’intesa, è chiaro che il compito è semplificato e si evitano rischi di trattamenti differenti. L’indotto del sistema calcio è di 8 miliardi di Euro. Da questo tsunami se ne esce solo anteponendo a una logica di interesse individuale una logica di sistema e di obiettivo comune da raggiungere. L’accordo di un club che conclude con i propri giocatori una negoziazione modulata di riduzione degli emolumenti crea una frattura. La Juventus ha preso una strada, gli altri 19 club potrebbero prenderne un’altra”.
Un’osservazione arriva poi anche sulle parole di ieri del Ministro Spadafora: “Il Ministro ha assunto una posizione istituzionale, facendo riferimento a tutto il calcio e non solamente alla Serie A: è un approccio corretto perché la situazione che stiamo vivendo non riguarda solo i 100 club professionistici, ma anche il calcio dilettantistico e tutte le altre attività sportive. Ci sono discipline che hanno già decretato il blocco delle promozioni e delle retrocessioni e l’annullamento della stagione. La Lega ha giustamente ricordato che il vero motore è il calcio di Serie A. Ricordando quella logica di condivisione, ci sono tutti i presupposti affinché i presidenti di Lega, quella della Federazione e il ministro Spadafora possano trovare unità d’intenti. In questo momento bisogna avere un approccio conciliante. Anche un ministro, che ha responsabilità economiche può commettere un errore di valutazione”.