Mancano ormai appena sei partite – per la Lazio sono sette – da affrontare con coraggio e determinazione, per garantirsi tutto quel che vuol dire entrare in zona Champions. Scrive così il Corriere dello Sport che analizza la corsa Champions: “Sembra quasi irrilevante che ai piedi dell’ultimo strappo, ed è quello decisivo, il Milan ci arrivi con 66 punti, lievemente in vantaggio sulla Juventus e sull’Atalanta (cosa volete che sia un punto, facciamo l’equivalente di un secondo?) e del Napoli (che invece ne ha tre di ritardo). Quando ormai sembrava che pure per il secondo posto, come per lo scudetto, non ce ne fosse più per nessuno, il Milan si è sgonfiato, ha subito la ribellione feroce e orgogliosa di De Zerbi ed ha scoperto il senso di un mezzo «colpo di Stato»: avere Ibrahimovic o non averlo non è la stessa cosa; il resto lo suggerisce la perfidia di appuntamenti al buio, terrificanti, «agguati» in piena regola da schivare tra l’Olimpico laziale, la Torino bianconera e il fascino della Dea, proprio sul finire”.
Sul Napoli: “Si è rialzato dalle rovine delle nove sconfitte ed ora vagheggia la possibilità dell’en plein, ha il destino soprattutto nelle proprie mani, nella genialità di Insigne, uno scugnizzo che rappresenta il calcio quando va in giro con la ’10’ della Nazionale o con la sua ’24’, e nell’esuberanza di una squadra in cui il talento brilla e acceca ora con eleganza e disinvoltura: senza scontri diretti, sembra una vita assai poco spericolata, di quelle vite fatte così, semmai da chiudere al Roxy Bar”.