Nuovo capitolo della vicenda Carlo Ancelotti-fisco in Spagna. Il tecnico del Real Madrid si è recato al Tribunale distrettuale numero 35 della capitale spagnola per rispondere alla richiesta del Tesoro, che gli ha imposto il pagamento di tasse non versate per il valore di 1,4 milioni di euro nel 2014 e nel 2015. L’allenatore – riporta Marca – ha ammesso di essere stato male assistito nel 2014 e si è messo a disposizione del Tribunale per pagare gli oltre 300.000 euro che il Tesoro pretende per quell’anno, a cui vanno aggiunti la multa e gli interessi del caso.
Tuttavia, per quanto riguarda il 2015 Ancelotti ha spiegato di non aver trascorso 183 giorni in Spagna, il minimo necessario per pagare le tasse nel Paese, ma ha sottolineato di avere appena superato i 150 giorni, essendo stato esonerato nel maggio del 2015. Il tecnico ex Milan e Napoli si è offerto di mostrare addirittura la geolocalizzazione del suo telefono cellulare e i suoi biglietti aerei relativi a quell’anno per dimostrare di non essere stato residente in Spagna dopo il suo addio al Real Madrid.
Ancelotti ha spiegato che la dichiarazione del 2015 è stata fatta in Inghilterra, dove si è stabilito dopo l’esonero dal Real Madrid, quindi il tecnico ha chiesto che la sua tassazione nel 2015 fosse uguale a quella del 2013, anno del suo arrivo a Madrid, quando il Tesoro ha accettato di dichiararlo non residente in Spagna. Sono state avviate trattative tra le parti, senza un accordo al momento, e recentemente il quotidiano El Mundo ha svelato che il Tesoro ha disposto il blocco di 1,4 milioni dello stipendio di Ancelotti a Madrid per questo debito, che Ancelotti intende combattere almeno per quanto riguarda l’anno 2015.
Da Calcio e Finanza