DODICESIMO UOMO – Torna ‘sta casa aspetta a te

da | 16 Feb 2024 | Redazione

Nella storia del calcio, molte sono state le coppie di attaccanti che, per un gioco di alchimia tipico di questo sport, rendono molto di più insieme che presi singolarmente. Basti pensare a Graziani e Pulici al Torino, a Vialli e Mancini alla Samp, al duetto in salsa carioca Romario e Bebeto e, perché no, alla coppia cinematografica Falchetti e Mengoni, la cui cessione alla Juve fece letteralmente disperare Oronzo Canà, interpretato da un magistrale Lino Banfi, nel film “L’allenatore nel Pallone”, che rimarrà per sempre un vero e proprio cult per gli amanti del calcio.

In casa Napoli, sicuramente l’arma letale che portò al successo della scorsa stagione è in larga parte da attribuire all’intesa Kvara-Osimhen. Non è un caso che anche quest’anno l’ultima vittoria convincente sia stata Napoli-Cagliari, che giustappunto vede a referto nel tabellino di giornata entrambi i calciatori azzurri.

Da questo assunto è necessario ripartire: prima l’infortunio e poi la Coppa d’Africa. Quest’anno il Napoli si è visto privato del suo calciatore migliore, che a suon di gol ha strappato al suo presidente il contratto più ricco nella storia del calcio del Napoli.

Il presidente, che tante colpe ha nella programmazione di questa stagione, non ha certamente avuto nemmeno il calendario dalla sua parte. Privare i partenopei, negli scontri contro le migliori del campionato, del suo numero nove significa non solo depotenziare la squadra, ma anche far perdere il perfetto partner in crime a Kvarashelia. Il georgiano, che ha ritrovato la sua perfetta forma fisica, è ormai vagante per i campi d’Italia da tanto, troppo, tempo senza il suo Victor Osimhen.

Gemelli diversi, direbbe qualcuno: straripante fisicamente il nove, un vero e proprio giacimento di tecnica pallonare il settantasette, per un mix di forza e bravura che farebbe tremare i polsi anche al miglior difensore in circolazione. Molti affermano che Kvara, al suo secondo anno in Italia, è diventato più prevedibile perché le difese avversarie lo hanno studiato. Per onestà intellettuale, invece, penso che a renderlo prevedibile sia la mancanza del gigante di Lagos, che con i suoi strappi e la sua dominanza fisica in area di rigore, dava al georgiano più libertà d’azione.

Ad oggi, Victor Oshimen in campionato con il Napoli ha giocato solo 13 partite su 23 giocate dagli azzurri. Ciò significa che Kvara in una partita su due è costretto a giocare da solo lì davanti in attacco, privo del suo partner ideale e di quegli automatismi che i grandi calciatori in campo, per convivenza, si sanno trovare da soli per sublimare i palati dei tifosi più esigenti.

Si riparte da Genoa in casa, contro i rossoblù ben allenati da Gilardino. Parte un mini ciclo in campionato con tutte squadre sicuramente abbordabili. Gli azzurri ad oggi danno l’impressione di avere tante insicurezze dovute più alla mancanza di risultati che a veri e propri problemi tecnico-tattici.

Il palo a Milano sta ancora tremando. Pareggiare a San Siro, anche se con un autogol, non sarebbe certo stata una prestazione che ogni tifoso avrebbe ricordato per sempre, ma sicuramente avrebbe dato continuità di risultati, quella costanza che purtroppo ormai da queste parti è merce rara.

Questo Napoli sembra quasi mestamente rassegnato ad un malinconico destino, e con esso i suoi tifosi, ma bisogna stare attenti in una stagione maledetta. Sarebbe grave buttare il bambino con l’acqua sporca.

Il pareggio di Roma contro la Lazio fece gridare allo scandalo perché il Napoli aveva tirato in porta poco o niente, ma alle volte un punto serve più di una bella prestazione e, se lo analizziamo oggi, alla luce della vittoria dei biancocelesti contro il Bayern, quel pareggio tanto vituperato assume quasi i connotati di un’impresa, tanto più se ricordiamo che Mazzarri in campo fu costretto a schierare la terza squadra.

Ma ecco arrivare lui, Victor Oshimen, che orgoglioso com’è, state sicuri, sconfitto in finale con la sua Nigeria, già brama di tornare a segnare gol a grappoli per far capire al mondo intero che lui è un vero top-player e che fanno bene i grandi club a contendersi sin d’ora e fino al prossimo calciomercato estivo.

Finalmente, ormai l’attesa è finita. Mister, compagni e tifosi non vedono l’ora di riabbracciare Victor. A questa squadra, che ad oggi registra in campionato il misero bottino di 32 reti, le prestazioni dell’uomo mascherato servono come il pane.

Torna, Victor, ‘Sta casa/stadio aspetta a te’… Torna, che smania ‘e te vede!

Gennaro Di Franco