Non è una normale conferenza di presentazione. Perché siamo a febbraio inoltrato, perché domani c’è il Barcellona e perché Francesco Calzona è il terzo allenatore che il Napoli cambia quest’anno.
«Si riparte da oggi, resettiamo tutto. La squadra si è messa subito a disposizione: poche parole e molti fatti. Siamo andati subito in campo. In 24 ore posso cambiare poco ma non abbiamo molto tempo. Ai giocatori ho detto che non ci sono più scuse» dice il 56enne calabrese, fresco di primo giorno di scuola a Castel Volturno stamattina e ora al Maradona «Sono felice di essere qui, avevo adrenalina a mille già in tangenziale. Debutteremo contro una squadra forte ma non mi spaventa, siamo forti anche noi. Dobbiamo ritrovare alcuni concetti».
Un ritorno inaspettato, da collaboratore a allenatore. «Ho lavorato con grandi allenatori. Mi hanno trasmesso grandi concetti che mi aiuteranno. Ci ho aggiunto del mio, lo farò anche qui a Napoli. È stata una fortuna lavorare con Sarri e Spalletti, diversi sul campo ma con grande personalità. Non li ho sentiti, è successo tutto molto in fretta: ho sentito solo i miei familiari in queste ore» ha continuato Calzona, che sa di avere tra le mani una mission quasi impossibile «Non ho avuto alcun contatto con il club nei mesi scorsi.
De Laurentiis non è contento della situazione, mi ha chiesto di credere ai nostri obiettivi: andare avanti in Champions e puntare la qualificazione alla prossima. Non mi ha messo pressione ma so che l’Europa è importante».
E domani arriva il Barcellona, non di certo un modo soft per cominciare la nuova avventura. «Ho seguito il Barcellona da sportivo. Non pensavo di doverli affrontare. So che sono forti, oggi abbiamo analizzato tanti loro aspetti, andiamo in campo per vincere. Lo faremo sempre» ha ammesso «Non firmo per il pari. Siamo il Napoli, siamo forti e giochiamo in casa. Non accetto poter pensare a un pareggio prima della partita. Se poi il Barcellona sarà così bravo allora ci penseremo, ma giochiamo per vincere».
Il finale dedicato a Hamsik: «Volevo Marek con me qui a Napoli, ma in Slovacchia gestisce una accademia importante e non è riuscito a organizzarsi. Ma mai dire mai, insieme con Maradona è tra i più amati qui in città. È una persona fantastica, lavoriamo insieme in nazionale ed è veramente bravo».