Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è intervenuto al ‘Business of Football Summit’, evento promosso dal Financial Times che si è tenuto oggi a Londra, per parlare del momento che sta vivendo il calcio.
Questo il pensiero espresso dal numero uno del club azzurro:
“Il calcio è malato. Ma perché è malato? Perché l’economia del calcio è malata. Perché campionati e squadre non sono in grado di competere dal punto di vista finanziario. In questo modo, i campionati non sono produttivi abbastanza.
“Quindi ogni volta che, ad esempio, la UEFA dice: ora in Champions League stanziamo 2,4 miliardi di euro, in Europa League più di 500 milioni di euro e in Conference League più di 238 milioni di euro, io lo capisco. Ma se tutte le squadre sono indebitate questo vuol dire che questa somma di denaro non è sufficiente.
Se vuoi recuperare pubblico, devi andare in diretta tv gratis e l’imprenditore deve essere quello che sa raccogliere una pubblicità gigantesca. Importante è anche come fai vedere il calcio. Non solo negli stadi, che in Italia sono fatiscenti e non confortevoli per il pubblico, ma parlo anche della tv. Non è possibile che in Formula 1 le immagini mi facciano quasi credere di essere al posto del pilota e nel calcio non sia così. Io vorrei scegliere i miei registi e dico sempre che l’esempio di come trasmettere una partita è la finale del Mondiale tra Argentina e Francia.
Il calcio è invecchiato anche come gioco: bisognerebbe sedersi ad un tavolo e riflettere, ma il nostro è un grande circo in cui non ti puoi fermare a pensare e quindi non puoi ribellarti. I procuratori? Un cancro del calcio. La classe arbitrale dovrebbe dipendere dai club, con cui dovrebbe dialogare perché non sia una casta ma dei collaboratori. Inoltre è inconcepibile che un arbitro possa espellere un allenatore. Il calcio sembra una barzelletta per questo.
Haaland? Mi ricordo quando l’ho scoperto, per me era un grandissimo giocatore quando i miei erano tutti preoccupati perché non lo conoscevano. Era al Salisburgo, lo volevo comprare per 50 milioni. Allora Mino Raiola mi portò in un salotto e mi disse: ‘Senti di là non le dire queste cose, noi siamo amici. Per Haaland ho già provveduto io, non ti preoccupare, non ti mettere in mezzo’. Io lo fermai e lì si interruppe la trattativa. Lui aveva già organizzato tutto e percorso i suoi benefit. Raiola era professionalmente ineccepibile ma perseguiva i suoi interessi, non quelli dei club. Le società se si sono indebitate devono darsi una svegliata.
SuperLega? Sarò favorevole solo se sarà in grado di essere democratica e se ci si entrerà per merito anziché per pedigree. Loro hanno promesso di essere operativi dal 2025. Chi vivrà vedrà.
Osimhen? Un grandissimo giocatore. Napoli è un posto fantastico e ci sono alcuni giocatori che si sono innamorati e ci sono rimasti come Hamsik per 11 anni, altri ancora per otto. Ce ne sono altri che sono attratti da club come Real Madrid, PSG, Arsenal, Manchester City, Chelsea e non puoi fermarli, soprattutto quando hanno una clausola rescissoria con cui possono essere acquistati. La cifra nel suo caso è molto alta . Partirà? Vedremo. I soldi sono l’ultimo problema del Napoli. In passato abbiamo sempre fatto ottimi acquisti e lo faremo anche in futuro. Quando vedi un giocatore andare via è come un figlio. Sei felice anche se questo figlio ha un successo fantastico ovunque.
Mondiale per Club? Se dovessimo battere il Barcellona e poi fare una vittoria o un pareggio, di diritto dovremmo andare noi al Mondiale per club e non la Juventus. Ma penso che il Napoli dovrebbe andarci comunque, perché se la Juve è fuori dalle coppe europee non dovrebbe essere ammessa”.