Nel weekend dell’esordio in Serie A con il Napoli, Antonio Conte ha rilasciato – prima e dopo la disfatta di Verona – delle dichiarazioni forse preoccupanti per i tifosi.
Nell’avvicinamento all’incontro, per essere più precisi al sabato, il tecnico è stato molto diretto sulla situazione del calciomercato: “Più che dirvi che è bloccato, cosa posso dirvi?”, ha lamentato. È evidente, infatti, che la rosa attuale non lo soddisfi, eppure qualcosa non torna.
Una promessa non mantenuta?
Stando a quanto visto finora, sembrerebbe che a Conte sia stata data piena libertà nella gestione dell’organico.
Una promessa di questo tipo spiegherebbe la scelta di escludere diversi calciatori dal progetto (a partire da Lindstrom e Ostigard, passando per Folorunsho, Gaetano, Cajuste, Natan e Zerbin, senza voler includere Mario Rui e Osimhen, destinati a lasciare Napoli da diversi mesi ormai). Il Napoli si è presentato a Verona con i soli Iaccarino e Coli Saco, ragazzi cresciuti nel vivaio, come possibili subentranti a centrocampo.
La società è intervenuta anche con la stampa, specificando in tempi non sospetti che il Napoli considerasse al completo la difesa, non avendo quindi bisogno di puntare su Mario Hermoso o un qualsiasi altro profilo: quando si dice che “il Napoli crede di aver completato il reparto difensivo”, “il Napoli” sta per “Antonio Conte” o per “il presidente De Laurentiis”?
Insomma, non c’è alcun dubbio sul fatto che la situazione sia assolutamente da rivedere, ma non solo fuori dal campo: dopo la sconfitta per 3 a 0 contro l’Hellas, Conte ha fatto umilmente mea culpa con i tifosi. Perché questo passo indietro?
Prima dell’incontro, la delusione sul suo volto era evidente. Dopo la sconfitta ammettere di aver commesso degli errori è apprezzabile, ma come mai non è stata toccato nuovamente il tema di una squadra non attrezzata?
Il dietrofont di Conte
L’impressione è che il tecnico sia stato costretto a cancellare dalla propria mente quanto successo fuori dal campo, visto che contro l’Hellas Verona era obbligatorio ottenere un risultato, nonostante il precario stato attuale della rosa.
L’allenatore dei veneti, Paolo Zanetti, ha risposto così a una domanda sui debuttanti Livramento e Mosquera, che hanno deciso la partita: “Non li conoscevo neanche io, ma mi sono fidato della società e con il lavoro li abbiamo integrati nella squadra”.
La differenza con le parole di Conte c’è.
Il primo infortunio stagionale è stato, invece, quello di Alessandro Buongiorno. Al suo posto ha giocato Juan Jesus, e non Rafa Marin: se l’indisponibile fosse stato uno tra Lobotka e Anguissa, Iaccarino avrebbe esordito in Serie A. Di chi sarebbe stata, in quel caso, la responsabilità di non avere un sostituto più pronto alla causa?
Per ora la speranza dei tifosi azzurri è che la squadra trovi la retta via, perché prestazioni simili a quella di ieri non saranno perdonate.
Fabrizio Parascandolo