Nel settembre di 20 anni fa, Aurelio De Laurentiis diventa il presidente del Napoli. Ripercorriamo insieme i migliori momenti della rinascita azzurra.
Di nuovo tra i grandi
Dopo il fallimento del luglio 2004, il Napoli riparte dalla Serie C1, più precisamente nel girone B. Nella prima stagione dell’era De Laurentiis, la squadra si classifica terza in campionato, non riuscendo nel salto di categoria. I tifosi, però, non devono aspettare a lungo: il 15 aprile del 2006, gli azzurri vengono promossi in Serie B.
La strada per riportare il club dove meritava di essere era appena iniziata, ma prosegue a gonfie vele: a neanche 14 mesi di distanza, grazie a un pareggio con il Genoa, il Napoli conquista il passaggio diretto alla Serie A.
Con questa rapida risalita, il futuro inizia ad apparire più roseo, ma c’era ancora tanto lavoro da fare per tornare al vertice; e il primo passo prevedeva una riconferma nella massima serie. Riconferma che effettivamente si dimostra alquanto tranquilla per la squadra allenata da Edi Reja, capace di ottenere l’ottava posizione in classifica.
Il ritorno in Europa e il primo trofeo
A seguito di un’altra comoda salvezza, l’annata 2009-10 fu quella che segna un altro passaggio importante dell’era De Laurentiis: il ritorno in Europa.
Grazie al sesto posto in campionato, il Napoli si qualifica all’Europa League; ed era solo l’inizio. Nella stagione successiva, infatti, gli azzurri migliorano il proprio piazzamento in Serie A (arrivando terzi) e si guadagnano la possibilità di disputare la Champions League.
Sotto la guida di Walter Mazzarri, arrivato nel 2010, la squadra riesce a regalare ai tifosi il primo trofeo dopo un lungo digiuno, vincendo la Coppa Italia nel 2012.
Una crescita costante
Il suddetto successo dà una nuova consapevolezza alla società, nonché alla piazza: il Napoli era tornato ad essere una delle migliori squadre d’Italia. Adesso l’obiettivo non poteva che essere quello di diventare la migliore.
Sono questi i presupposti che portano nel capoluogo campano un allenatore di caratura internazionale: Rafa Benitez. Lo spagnolo è autore di una vera e propria rivoluzione, che porta gli azzurri a conquistare due trofei nello stesso anno, vincendo Coppa Italia e Supercoppa Italiana nel 2014.
Il percorso della squadra prosegue spedito verso lo Scudetto. Sotto le gestioni di Maurizio Sarri e Carlo Ancelotti,però, l’ambiente vive un doloroso digiuno, avvicinandosi alla meta senza mai raggiungerla. L’arrivo in corso d’opera di Gennaro Gattuso, avvenuto nel dicembre del 2019, dà i suoi frutti con un’altra Coppa Italia, ma niente di più.
La consacrazione: lo Scudetto del 2023
Il 29 maggio del 2021 è una data storica per il club: a seguito di una qualificazione in Champions League mancata all’ultima giornata, Luciano Spalletti diventa il nuovo allenatore. E non sarà un allenatore qualunque.
Nel suo primo anno in azzurro, il tecnico riesce ad imprimere le proprie idee, ma non ad andare oltre la terza posizione in campionato. Dopo quella stagione, il gruppo squadra viene completamente rivoluzionato. Dei pilastri come Koulibaly, Insigne e Mertens fanno spazio a relativi sconosciuti come Kim, Kvaratskhelia e Raspadori.
Il malcontento dei tifosi è palpabile, eppure le mosse della società si rivelano corrette: il 4 maggio 2023, a 33 anni dall’ultima volta, il Napoli è Campione d’Italia, a seguito di una cavalcata trionfale e con 90 punti in Serie A.
Insomma, in 20 anni di presidenza, Aurelio De Laurentiis ha restituito gioia ai napoletani, che tanto avevano sofferto il doloroso fallimento. Il suo operato è stato criticato in diverse occasioni, ma una domanda sorge spontanea: dove sarebbe il Napoli oggi senza di lui? Non ci è dato saperlo.
Fabrizio Parascandolo