Elmas lascia il Napoli, ufficiale la firma con il Lipsia

Elmas lascia il Napoli, ufficiale la firma con il Lipsia

Dopo le visite mediche dello scorso weekend, ora è anche ufficiale: Eljif Elmas saluta il Napoli e si trasferisce al Lipsia. A confermarlo una nota dai canali ufficiali del club tedesco: il centrocampista macedone lascia l’azzurro e si accasa alla squadra della Red Bull firmando da gennaio un contratto che lo legherà ai tedeschi fino al 2028.

Eljif lascerà la 7 vestita al Napoli e indosserà la nuova numero 6 del Lipsia per le prossime stagioni. Un affare che porterà alle casse del club almeno 25 milioni di euro. «Con questo acquisto siamo riusciti a ricoprire una posizione importante nel nostro attacco dopo la partenza di Emil Forsberg. Abbiamo monitorato il calciatore per un po’. Sembra un calciatore da pacchetto completo, sarà perfetto per la personalità della squadra e sarà in grado di aiutare subito la squadra con la sua qualità.» le parole del direttore sportivo del Lipsia Rouven Schroder.

De Laurentiis: “Avrei dovuto cacciare Garcia dal primo giorno! Elmas venduto, ma pronti tre acquisti”

De Laurentiis: “Avrei dovuto cacciare Garcia dal primo giorno! Elmas venduto, ma pronti tre acquisti”

Lunga intervista sulle pagine dell’edizione odierna del Corriere dello Sport per il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che ha spaziato tra gli argomenti più caldi in casa azzurra e non solo. L’apertura non poteva che essere su Garcia e sulla scelta di esonerare il tecnico francese: “Il giorno che l’ho presentato a Capodimonte avrei dovuto già cacciarlo. Avrei dovuto fare un coup de Théatre e dire: ve l’ho presentato, però adesso se ne va. Perché uno che arriva e dice: io non conosco il Napoli, non ho mai visto una partita… Avrei dovuto capire. E invece l’ho preso a ridere. Il fatto è che l’ha ripetuto altre volte. Sarebbe bastato che praticasse lo stesso calcio di Spalletti. Invece ha preteso che mandassi via un preparatore perfetto (Sinatti, ndr), per chiamarne uno che… Me l’avevano detto: questo t’imballa i giocatori. Sono dovuto restare a Castel Volturno da mattina a sera”.

Altro tema importante quello del mercato, con ADL che annuncia: “Faremo almeno tre operazioni. Devo rinforzare la difesa con un centrale e con un terzino destro, per avere un rincalzo di Di Lorenzo. E poi prendere un centrocampista, forse due. Elmas è già venduto. È uno che vuole giocare sempre, non ha capito che si è titolari anche se non si fanno novanta minuti. Spalletti lo aveva avuto anche l’anno precedente, per poterlo valutare. Quest’anno abbiamo avuto due allenatori”.

Chiusura sulla riforma dei campionati proposta dalla Superlega: “La posizione dominante di Uefa e Fifa, che oggi l’Europa censura, è servita a elargire bonus in cambio di consenso – dice -. Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa e ha bisogno di fatturati crescenti. Se io investo centinaia di milioni per partecipare a un circo che distribuisce noccioline, non fa utili e mi costringe a giocare sempre di più per tenere in piedi un carrozzone improduttivo, il gioco non vale la candela. Farei subito una Serie E dove E sta per élite. Sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di ventimila abitanti che non fanno diecimila biglietti. Allora io dico: alle sette, otto squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre sette che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio”.

Spalletti cittadino onorario di Napoli: “Ora è davvero casa mia, sono ufficialmente uno scugnizzo”

Spalletti cittadino onorario di Napoli: “Ora è davvero casa mia, sono ufficialmente uno scugnizzo”

Si è da poco conclusa all’interno della Sala dei Baroni del Maschio Angioino la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria di Napoli a mister Luciano Spalletti, allenatore della cavalcata trionfale che nella scorsa stagione ha portato il Napoli a conquistare il terzo scudetto della sua storia. Visibilmente commosso, Spalletti ha così commentato il prestigioso riconoscimento: “Grazie al Sindaco e alla Giunta. E ringrazio tutto lo staff avuto al Napoli, il direttore Giuntoli, il presidente De Laurentiis che è qui. Ma soprattutto i calciatori, artefici di quella bellezza venuta fuori un anno fa. Questa cittadinanza testimonia il legame umano che si è creato con la città. La cosa a cui tengo di più. Quando diventai allenatore del Napoli, pensai fosse fondamentale uno stadio pieno a sostenerci. Da più parti mi si diceva che poteva essere impossibile. Da due anni ormai il Maradona è pieno di cuori azzurri, questa è una delle mie più grandi vittorie. Trovarci qui oggi – città, società – vuol dire che l’unione di tutti è il miglior modo per far felice il popolo napoletano. Napoli, ora sei la mia casa, sono ufficialmente uno scugnizzo da questo momento”.

Presente in Sala anche il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che ha preso parola dopo il suo ex allenatore: “Da 7 mesi stiamo lavorando tra Italia e Stati Uniti per un film di quattro ore sullo scudetto. Speriamo di poterlo proporre a febbraio. Vogliamo regalare questa esperienza unica ma vi prometto che sarà ripetibile. Non si può vincere ogni anno, se non con gli imbrogli. Anche le altre di sono rinforzate. Lo scorso anno abbiamo avuto dalla nostra parte anche un pizzico di fortuna che nella vita serve sempre. Spalletti è un motivatore. Gli auguro di riportare la nazionale allo splendore già visto.
Accettando questa cittadinanza, ogni volta che noi avremo bisogno di una consulenza, non si potrà sottrarre. Resterà un nostro consultant permanente. Non potrà più tradirci”.

A chiudere la cerimonia l’intervento del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “È una bella giornata per la nostra città. Abbiamo fortemente voluto essere qui. Vincere uno scudetto qui è qualcosa in più rispetto ad altre città. L’avventura vissuta è stata una straordinaria occasione per ricordare al mondo che Napoli è una città vincente. La strada è stata lunga, vent’anni di gestione societaria. Una squadra che ha fatto divertire tutti. Un momento di gioia anche per chi in questa città era turista diventati tifosi azzurri.
Tutto ciò guidato da Spalletti, condottiero e esempio di amore e dedizione della nostra città. Napoli è strana, unica, rende concittadino chiunque arrivi, ma sa accogliere anche la cultura di chi viene da lontano. Per lasciare un segno qui servono uomini speciali. Spalletti lo è stato. Abbiamo voluto conferirgli la cittadinanza con una scelta di sostanza, vogliamo che resti cittadino pure da allenatore della nazionale per continuare a portare in alto il nome di Napoli. Essere napoletani nel mondo è speciale”.

Mazzarri: “Ci mancano lucidità e tranquillità, contro la Juve per svoltare”

Mazzarri: “Ci mancano lucidità e tranquillità, contro la Juve per svoltare”

Consueta conferenza stampa della vigilia per l’allenatore del Napoli Walter Mazzarri, che dal Konami Training Center di Castel Volturno ha così presentato il big match di domani sera contro la Juventus, in programma alle ore 20.45 all’Allianz Stadium. Ecco le sue parole.

Cosa rappresenta Juve-Napoli per lei? I prossimi 90′, dopo un certo lavoro, daranno risposte sul futuro della stagione?
“Credo che da quando sono arrivato ci siamo resi conto che al primo errore prendiamo subito gol, stiamo cercando di intervenire. Voglio dare come in passato più equilibrio alla squadra, attaccare bene come nel primo tempo con l’Inter e non concedere queste ripartenze clamorose che hanno caratterizzato la squadra anche prima del mio arrivo. Le squadre di vertice devono avere un equilibrio, essere solide, non prende tanti gol e poi sentirsi importanti e fare le giocate davanti che sappiamo fare. Questo è il mio compito, pensando partita dopo partita, inutile fare troppi discorsi, iniziamo a vincere le partite e prendere pochi gol, come nel primo tempo con l’Inter. Juve-Napoli sapete cosa rappresenta, la squadra che ha vinto lo Scudetto, una delle più forti italiane, è una gara di rilievo, importantissima e dobbiamo farla bene anche per capire certi progressi”.

Squadra ha nel DNA le riaggressioni, c’è anche un problema fisico?
“Ho fatto capire chiaramente che qualche ingenuità mia del passato a livello di comunicazione non voglio più farla, non dirò cose che vanno contro la professionalità di chi c’era prima di me, non posso permettermelo a campionato iniziato. Certe valutazioni le tengo per me, col mio preparatore, ma restano nello spogliatoio”.

Hai parlato di ridare un’anima alla squadra, manca? Sui gol subiti: Natan sta dando le risposte giuste a sinistra?
“Contano i tempi nel calcio, l’anima conta sempre nel calcio, sia quando ne parlavo 14 anni fa che adesso. I ragazzi mi hanno fatto capire che con me danno l’anima, stanno iniziando a dare l’anima, l’importante è essere convinti di ciò che propone l’allenatore. Lasciamo perdere il passato, vedo un forte legame verso di me, sapete che io ci parlo anche singolarmente e stiamo iniziando un percorso. Al primo posto c’è l’anima, la squadra, la voglia di non soccombere. Fase difensiva? Il calcio è cambiato da quando c’ero io qui, l’anno scorso al di là di giocare bene, la fase difensiva era stare corti e non farli ripartire, i contropiedi ci saranno sempre ma arrivavano in modo diverso. Sto lavorando in questo aspetto. Qualcosina s’è già visto, il primo tempo con l’Inter la squadra ha fatto molto bene, la squadra non ha concesso una ripartenza tranne che sul gol. Meritavamo noi per quanto creato ed a fine primo tempo dovevamo stare noi in vantaggio. Su Natan a sinistra… se avrò tempo è l’unico che può farlo in assenza dei terzini. A differenza di Jesus è più giovane, fisico, ha intraprendenza, ha gamba per accompagnare di più l’attaccante”.

Osimhen in rodaggio, come sta fisicamente? Mario Rui è vicino al ritorno tra i convocati?
“Per la Juve Mario Rui non sarà con noi, i medici mi dicono che c’è la speranza per convocarlo col Braga, ma aspettiamo. Per Osimhen è normale un po’ di tempo per la sua stazza dopo un periodo fermo, non sarà al 100% ma credo mi darà più garanzie rispetto alle ultime partite”.

Manca Kim per difendere a campo aperto e la squadra non sa difendere bassa. C’è il rischio di un equivoco di fondo?
“Quando uno è da tanti anni nel calcio come me sa come funziona, qualsiasi cosa io dica significherebbe trovare delle scuse. Se parlo è normale dire ciò che penso, sono fatto così, altrimenti non vengo neanche. Devo avere tempo per capire se con i miei allenamenti possiamo tenere quell’atteggiamento anche senza Kim, ma tutto passa dal lavoro per poter capire. Se mi dovessi accorgere che quello che hai detto è realtà, dovrò trovare un modo di fare calcio con accorgimenti diversi. Lo dicevo già anni fa, per un allenatore che subentra c’è una raccolta dati, è un processo, serve un po’ di pazienza”.

Quanto manca al suo Napoli per essere 90′ come nel primo tempo con l’Inter? A gennaio si aspetta qualcosa dal mercato?
“Quando arriveremo a fine di questo mese, se la società mi ascolterà… avrò più il polso della situazione e dirò cosa eventualmente poter fare. Dopo un mese e mezzo posso essere più cosciente nel dare indicazioni. Sulla partita, io al 45′ ero contentissimo. Essere in vantaggio o in svantaggio cambia la partita, per capire davvero se c’è stato un calo bisogna considerare anche il livello psicologico. Essere campioni e ritrovarsi a perdere gare in casa può essere anche un discorso psicologico per spiegare questi cali o chiamiamoli sbandamenti. Può essere anche la testa, datemi il tempo e spero di allenarla di più”.

Lavora più sullo spirito o sugli errori dei singoli?
“Col tempo si migliora, se studi in continuazione e ti aggiorni. Io penso che siamo sulla strada giusta ma devo attendere le verifiche. Affrontiamo tutte le migliori ed il Real anche la migliore in Europa. Sono gare particolari, vedremo, sono convinto che si può fare bene. I ragazzi mi seguono e serve anche un po’ di fortuna negli episodi per ritrovare morale”.

Il Napoli concretizza poco, ma è primo per tiri e possesso, cosa manca?
“Serve lucidità dei giocatori, a volte noi allenatori ce ne accorgiamo e parliamo di brillantezza, per fare gol serve quel guizzo e quella lucidità che ora manca e c’è l’aspetto mentale della tranquillità, ci sta un contraccolpo anche psicologico e ci sono tante componenti che sto cercando di capire velocemente. Stiamo facendo vedere che non siamo sfilacciati per 90′, quando attacchiamo pure. Anche per il recupero immediato, di cui tanto si parla, restando corti e al di là dell’azione col fallo di Lobotka non ho visto contropiedi clamorosi contro la squadra più forte in questo momento”.

La classifica è veritiera, c’è quel distacco dalla Juventus? Cosa serve per vincere?
“Essere più compatti, fare meno errori sotto porta, non prendere ripartenze come prima del mio arrivo ed essere concreti sotto porta. Ed un pizzico di fortuna, credetemi, a volte ti gira tutto male, un episodio ti fa svoltare. Se vediamo le rose dell’anno scorso non ci sta, ma quest’anno siamo in ritardo, è così, parla la classifica ma quel primo tempo con l’Inter non ha dimostrato di essere inferiore anzi il Napoli meritava di chiudere avanti il primo tempo”.

Kvara più centrale può essere una soluzione per sfuggire dalle marcature e aiutare Osimhen tra i centrali?
“Domanda interessante. Una squadra che vince lo Scudetto, con gli attori principali così ormai conosciuti, vengono attenzionati maggiormente ed era prevedibile da parte degli allenatori avversari. Perciò bisogna metterli in condizione di non essere raddoppiati sempre e quindi deve spostarsi ogni tanto venendo dentro al campo e si trovano soluzioni per liberarlo dalle marcature. Ma se vanno in 3 su Kvara, significa che un paio sono liberi e dobbiamo far bene anche con gli altri che ci vanno dietro. La squadra deve capire che se sono chiusi i due più rappresentativi, si va con gli altri”.

Sta vedendo di più Lindstrom, come può essere inserito?
“Ho visto un po’ di filmati di lui con la squadra precedente, per capire meglio dove può essere impiegato. Era importante con la squadra precedente, ma qui c’è un modulo consolidato, devo capire dove può rendere di più ma ha belle qualità e ora inizia a star bene perché è rientrato da 6-8 giorni”.

Massa designato per una gara di B, a distanza di qualche giorno dopo la rabbia vuole dire qualcosa?
“E’ un Mazzarri nuovo, sono stato fermo a posta per ripulirmi del passato, non voglio più essere quello che parla di arbitri. Anche le prossime volte non parlerò degli arbitri, il Mazzarri vecchio è in pensione. Preferisco fare come domenica e non venire perché immaginavo si sarebbe parlato di quello. Vorrei parlare solo della squadra”.

Di Lorenzo smentisce le voci su un suo infortunio: “Facciamo gli scongiuri”

Allarme rientrato in casa Napoli, visto che nelle ultime ore svariate testate avevano riportato la notizia di un possibile affaticamento muscolare patito dal capitano azzurro Giovanni Di Lorenzo. Lo stesso ha infatti smentito le voci sopracitate pubblicando sui propri canali social una foto che lo ritrae in campo durante l’allenamento di questo pomeriggio, accompagnato dalla seguente didascalia: “Una risposta a chi dice che sono infortunato. Facciamo gli scongiuri”.

Nessun problema fisico quindi per il 22 del Napoli, che sarà regolarmente in campo venerdì sera contro la Juventus allo Stadium, in un match delicato nel quale la squadra avrà per forza di cose bisogno del suo sempre prezioso apporto.