Anguissa: “Ora la squadra è più unita. Possiamo fare qualcosa di importante”

Anguissa: “Ora la squadra è più unita. Possiamo fare qualcosa di importante”

Frank Anguissa ha rilasciato delle dichiarazioni a Sky Sport dopo la sconfitta contro il Barcellona in Champions League.

queste le parole del centrocampista del Napoli:

“Abbiamo giocato contro una squadra di qualità, abbiamo preso due gol facili che si potevano evitare. Si poteva fare qualcosa se davanti avessimo fatto le scelte giuste, la squadra ha fatto di tutto per vincere ma non ci è riuscita. Il calcio è così, puoi dare tutto e non vincere. Sono contento per la squadra, che ha dato tutto e non ha lasciato niente.

Ci sono ancora partite da giocare in campionato e dobbiamo pensare di vincerle tutte, per me si può fare ancora qualcosa di grande. Ora siamo più uniti, i calciatori pensano a giocare per la squadra. L’atteggiamento generale del gruppo è positivo e si può fare qualcosa di importante.

L’anno scorso abbiamo fatto una stagione incredibile. Il campionato non è finito, i napoletani si aspettano tanto dagli attaccanti. Mi fido di Osimhen e Kvara, abbiamo bisogno di loro”.

De Magistris: “Lo stadio è un tema ricorrente. Bagnoli è un’ipotesi complicata”

De Magistris: “Lo stadio è un tema ricorrente. Bagnoli è un’ipotesi complicata”

Luigi De Magistris, presente a ‘Il Bello del Calcio’ su 11 Televomero, ha parlato del pareggio del Napoli contro il Torino, della vicenda stadio e della gara che domani sera gli azzurri disputeranno in Champions League contro il Barcellona.

Questo il pensiero del nostro ospite:

“Lo stadio? Questo è un film già visto, che ricorre ogni tanto. C’è la paura, molto ingigantita, di giocare lontano dall’attuale stadio, ma anche il sogno di avere un impianto nuovo e senza pista d’atletica. Nei fatti, la realtà più probabile che si continuerà a giocare al Maradona, in uno stadio ristrutturato e migliorato. Bagnoli? Ipotesi complicata.

Calzona? Con lui ho visto più mente, testa e concentrazione. La continuità è stata maggiore. Barcellona? Ci vorrà coraggio, bisognerà difendere bene e sfruttare le occasioni che ci saranno. Ci vorrà anche fortuna.

Non vanno fatti paragoni con lo scorso anno, ma ci sono delle possibilità in questa stagione: si può passare il turno in Champions e arrivare tra le prime cinque in campionato. La vittoria con la Juventus può aver dato morale alla squadra.

Stadio nuovo? Progetti teorici ne ho sentiti e letti tanti da tifoso, ne ho anche parlato con il presidente quando ero sindaco. Con la teoria si sogna, il progetto è anche possibile ma molto complicato. ADL ha detto una cosa grave, ‘di aver parlato con chi decide’ che in questo caso non è il sindaco. Questo significa che Manfredi ha venduto un pezzo di città a Invitalia, che sarebbe il Governo. Chi mette i soldi, lo Stato? Lo stato non può mettere soldi. Mi domando che patto si stia consumando su Bagnoli: a me interessa lo stadio, ma soprattutto la città di Napoli. Lo stadio a Bagnoli non è realizzabile in tempi brevi, servirebbero non meno di 7-8 anni. ADL che investe soldi suoi? Non ci credo molto, anche se nell’intervista di qualche giorno fa mi è sembrato molto più preciso di altre occasioni. Lui non investirebbe se non vedesse un business.

Intorno a questo investimento ci sono anche altri temi, come quello legato al bradisismo, ma sono questioni superabili. Per riqualificare Bagnoli in modo sicuro va rimossa la colmata e ricostruita tutta la zona, compresa la costa e l’area marina e quella del nuovo stadio. Sento dire che si vorrebbe fare una bonifica ‘di serie B’ per accelerare i tempi, ma serve un intervento serio: la bonifica integrale che prevede la rimozione della colmata è già iniziata ed è buon punto, questa sarebbe la migliore opzione per la salute dei cittadini ma adesso la si sta rimettendo in discussione. Se non si completa questa non ritorneranno mai la costa originaria e il mare balneabile. A me interessa lo stadio, ma anche altro. Su Bagnoli si gioca una partita importante e servono riflessioni a cuore aperto da parte di tutti. Lo stadio in città è già presente, Bagnoli la stiamo aspettando da troppo tempo. Attenzione a dare false speranze e all’utilizzo dei soldi pubblici.

Bagnoli rappresenterà lo splendore del futuro, rendiamoci conto del potenziale di quel territorio. ADL è un bravo imprenditore, guarda alla squadra ma anche al futuro e alla famiglia. Quello sullo stadio potrebbe finalmente essere un investimento su Napoli ma lui non mette soldi suoi, ci sono discorsi più larghi alle spalle dietro.

Rapporti con lui? A me piace che il suo Napoli si sia contraddistinto per onestà e autonomia, lo Scudetto è stato quello dell’onestà. Bisogna però essere concreti e non litigare sempre con tutti, altrimenti ci si ritrova tutti contro.

Quanto potrebbe pesare sul sindaco un accordo tra ADL e Invitalia? Il sindaco in realtà sta rendendo possibile questa cosa, il sindaco ha già ceduto parte di Bagnoli a Invitalia. Ha stretto un accordo con cui il Governo darebbe dei soldi a chi costruisce ma senza risarcire l’inquinamento creato in passato. E’ un accordo a perdere sia economicamente che sul potere decisionale relativamente alle questioni della città.

Vecchio progetto sul Maradona? Lo stadio è stato ristrutturato con le Universiadi. ADL ha presentato dei disegni, non dei progetti di fattibilità. Sul Maradona si può lavorare, tranne che per la pista coperta da un vincolo della Sovrintendenza. A meno che non cambi la legge. Lo stadio ora è sicuro e può essere proiettato in tutte le competizioni”.

Manfredi risponde ad ADL: “La bonifica di Bagnoli richiede 3-5 anni. La priorità è il restyling del Maradona”

Manfredi risponde ad ADL: “La bonifica di Bagnoli richiede 3-5 anni. La priorità è il restyling del Maradona”

Il Sindaco Gaetano Manfredi ha parlato delle dichiarazioni rilasciate ieri sera da Aurelio De Laurentiis circa la costruzione di un nuovo stadio nell’area di Bagnoli.

Queste le osservazioni del primo cittadino:

“I tempi delle bonifiche sono più lunghi rispetto a quanto detto. Proprio ieri abbiamo definito in maniera dettagliata il cronoprogramma insieme al Ministero e a Invitalia e si tratta di un’operazione complessa, anche se non ho ancora parlato personalmente col presidente.

La proprietà dei suoli è di Invitalia. In 3-5 anni i lavori dovrebbero essere consegnati perché proprio ieri il Ministero dell’Ambiente ha comunicato la rimodulazione dei fondi, tra aprile-maggio si dovrebbe cominciare con la bonifica per tutta la zona e del parco urbano. 

Esiste la legge sugli stadi, che dà un percorso già stabilito per quanto riguarda gli accordi Comune-società di calcio. La priorità è il restyling del Maradona, c’è la massima disponibilità da parte nostra e del Governo. C’è un tema tecnico tra lavori e uso dello studio, ma sono scelte che riguardano le tecnologie e le modalità di progetto. La nostra disponibilità c’è tutta.

Ieri mi ha telefonato, ha chiesto di incontrarmi per presentare questa sua idea. Dobbiamo farlo anche in presenza dell’amministratore di Invitalia, io non posso parlare di suoli non miei. Quando ci sarà la possibilità di farlo vedremo”.

De Laurentiis saluta il Maradona: “Stadio nuovo a Bagnoli”

De Laurentiis saluta il Maradona: “Stadio nuovo a Bagnoli”

«Non rifarò l’impianto di Fuorigrotta, ma costruirò uno stadio nuovo a Bagnoli». Queste le parole di Aurelio De Laurentiis rilasciate al Tgr Campania in onda questa sera. 

Il patron azzurro torna a parlare della questione stadio, con il Maradona finito al centro di mille chiacchiere nelle ultime settimane, visti i lavori sempre più necessari alla struttura e la questione europeo 2032 in Italia che rischia di essere un treno troppo veloce per le istituzioni napoletane.

De Laurentiis, invece, pensa già a nuove location: dopo aver paventato l’ipotesi di costruire la nuova struttura a Napoli Est o nella zona di Afragola, ora il numero uno napoletano sembra aver messo nel mirino Bagnoli, la cui area è da anni sotto osservazione per la zona ex Italsider che potrebbe essere destinata a una nuova struttura dedicata allo sport cittadina.

DODICESIMO UOMO – Il Filosofo Calzona

DODICESIMO UOMO – Il Filosofo Calzona

Ormai è chiarissimo: così come Zarathustra, nella massima opera del filosofo tedesco Nietzsche, scese dalla montagna al mercato per portare l’insegnamento all’umanità, allo stesso modo Calzona sembra essere sceso dalla Slovacchia, con addosso ancora la tuta da Ct della nazionale, per parlare alla nostra squadra.

Il tecnico ha portato nello spogliatoio azzurro il suo massimo insegnamento, quel 4-3-3 che da queste parti ormai è vero e proprio verbo, per squadra, società e tifosi.
Il Mister non ha badato certo a canoni estetici filosofici, ma è andato dritto al cuore del problema, confidando alla squadra che quando ha accettato la panchina del Napoli aveva solo una certezza: il loro talento.

Calzona, uomo di campo, sapeva bene che questa squadra era talentuosa, piena zeppa di tecnica sopraffina. Il genio di Kvara e l’arroganza di Victor Osimhen non sono certo materiale umano che si può trovare in ogni squadra di calcio!
Il mister conosceva bene anche la sua Napoli, piazza unica al mondo, ma che, come lui stesso ha dichiarato all’alba della sfida contro il Barcellona, ti trasporta e ti travolge. Non è infatti un caso che siamo nella città della Sirena Partenope che, con il suo ammaliante canto, faceva naufragare sulle coste di Palepolis tutti i naviganti…

Calzona, che da queste parti ha vissuto tanti anni, sapeva molto bene che non era una questione di capacità. La squadra che l’anno scorso è stata Campione d’Italia era forte e rimaneva tale, ma era rimasta inevitabilmente vittima di questo dolce canto, letteralmente travolta dalla passione e dall’amore che la città ha riversato su questi calciatori per la vittoria del tanto sospirato e desiderato tricolore.

Lo stesso De Laurentiis era rimasto travolto da questo dolce canto. Orfano di Spalletti, consapevole anch’egli della forza della squadra, aveva sottovalutato il problema del cambio tecnico, pensando che bastasse un allenatore di provata esperienza quale Garcia per continuare a vincere.
Ma qui c’era bisogno di un filosofo di calcio, come lo sono stati Sarri, con il suo sarrismo, e Spalletti, filosofo contadino.

Ma ormai tornare indietro e rivedere gli errori/orrori del passato, a questo punto della stagione, è esercizio puramente stilnovistico, e certamente non efficace.
Ci sarà il tempo e il luogo per queste analisi, ma ora il nostro presente si chiama Torino.
Tutto passa per la vittoria contro i granata, soprattutto considerando che le altre squadre che precedono in classifica il Napoli avranno tutte scontri diretti in campionato.

Giova ricordare che il Torino di Juric è stata squadra capace, non più tardi di due mesi fa, di rifilare agli azzurri un sonoro tre a zero, sberla calcistica che ancora fa male ai tifosi azzurri.

La vittoria nella madre di tutte le partite contro la Juve è un balsamo unico per le gambe, ma soprattutto per la mente degli azzurri.
Calzona, con la vittoria prima con il Sassuolo e poi in casa con i bianconeri, pare aver davvero trovato il bandolo della matassa.
Ora serve dare continuità di risultati a una squadra che tante volte pare essersi ingolfata proprio sul più bello.

Ma ancora una volta a dare sicurezze a questa squadra è il modulo. Il 4-3-3 messo in campo dall’attuale allenatore non è semplicemente un esercizio tattico vuoto, recitato a memoria a mo’ di preghiera ma senza senso. Oggi i dettami tattici sembrano di nuovo essere un vero e proprio verbo nel quale gli azzurri credono fino in fondo.

Ovviamente a questo Napoli non bastava solo la scossa mentale; era necessario anche ridare brillantezza fisica. E per amore della verità va ricordato che, mentre Mazzarri ereditava un Napoli atleticamente in ginocchio, oggi il Napoli viene fuori dalla cura Pondrelli e, con Sinatti di nuovo sul ponte di comando, non può fare altro che migliorare ulteriormente.

Venerdì sera al Maradona si scende in campo. Sarà la prima partita di undici giornate che restano per sperare di qualificarsi in Champions League anche per il prossimo anno, impresa che fino a pochi giorni fa era una vera e propria utopia ma che ora, grazie al Mister sceso dalla Slovacchia, è impresa difficile ma non impossibile.
Calzona, con il suo sangue freddo e la sua gaia scienza, farà di tutto per riuscirci, e state sicuri che ricorderà ai suoi uomini che non basta vincere contro la Juve per cancellare una stagione assurda; per farlo bisognerà d’ora in poi abbandonare coloro che parlano di sovraterrene speranze, ma credere solo e soltanto nel proprio lavoro.

Così parlò Zarathustra o, se preferite, Ciccio Calzona!

Gennaro Di Franco