DODICESIMO UOMO – Gli Dei del calcio

DODICESIMO UOMO – Gli Dei del calcio

Il grande Gianni Brera era solito affidarsi alla Dea Eupalla, frutto del suo immenso estro creativo e lessicale. Il maestro amava dire che Eupalla è la divinità che protegge e ispira il gioco del pallone, la dea che presiede alle vicende del calcio e pazientemente mette apposto le goffe scarponerie dei bipedi.

Noi a questo punto siamo sicuri che, martedì sera, la divinità era di scena al Diego Armando Maradona. Evidentemente si sarà resa conto, anche se con ritardo, che da queste parti era da tempo che non ci veniva a trovare. Così, complice anche questo stupendo mite inverno napoletano, avrà pensato bene di far capolinea finalmente dalle nostre parti.

Il frutto di questa benevola visita è una vittoria che al Napoli e ai napoletani serviva davvero come il pane. Pertanto, Eupalla presente: Napoli 2, Braga 0. Poco conta se gli azzurri hanno realizzato due reti, certo non di rara e ineguagliabile bellezza. Poco conta se alla fine la squadra portoghese non è certo sembrata un’armata invincibile. Quello che contava, dopo le sonore batoste contro Inter e Juventus, era vincere senza se e senza ma, e gli azzurri ci sono riusciti, lasciando finalmente il campo di casa tra i sorrisi e gli applausi di un pubblico stanco di vedere la propria squadra mai trionfante tra le mura amiche.

Brodino corroborante, Natan premiato dalla UEFA come il miglior giocatore in campo della serata dà il senso delle cose e fa capire che questa squadra, anche priva di un fluidificante sinistro di ruolo, con compattezza di intenti e capacità di sacrificio, sta cercando di uscire, insieme a Mazzarri, da un periodo complicatissimo.

Dobbiamo metterci alle spalle l’epoca Garcia, dove oltre ai tanti errori commessi da Società e Allenatore e a una preparazione atletica scadente, era registrata anche la presenza della rivale di Eupalla, quella che Stefano Benni chiamava Dispalla. Una divinità capricciosa che governa le sponde e gli spigoli, e che con sghemba e beffarda mano fa impazzire le traiettorie e le parole degli attaccanti, annebbia la vista ai portieri, e appanna i riflessi ai difensori.

La presenza in campo di Dispalla è cosa certa e lampante. Ha avuto la sua massima manifestazione nell’errore di Kvaratskhelia a Torino. Solo così si possono spiegare certi errori di Capitan Di Lorenzo e compagni.

Ed ora testa e gambe, ma soprattutto cuore, al match contro il Cagliari di Ranieri. Sabato si torna di nuovo in campo, e chi conosce le cose del calcio sa bene che contro i sardi non sarà una passeggiata. I rossoblu, da sempre per rivalità di tifoserie, interpretano la partita come una delle più importanti della stagione. Bisognerà metterci tutta la grinta agonistica di questo mondo. Gli azzurri, con Osimhen in testa, vorranno mettere in cascina altri tre punti che servono alla classifica, e che servono soprattutto a nutrire l’orgoglio ferito di questa squadra e città che da Campioni d’Italia, oggi, dopo solo 15 giornate, ci vede lontani dalle vette di ben 14 punti e, cosa ancora più grave, fuori dalla zona Champions League.

Classifica bruttina, con un punto in meno del Bologna, squadra rivelazione del campionato allenata da quel Thiago Motta, in estate invano corteggiato da Adl. Ma questa, direbbe qualcuno, è un’altra storia.

Ora, citando Angelo Branduardi, è “Il Tempo Di Partire” o meglio, se volete, di ripartire, perché “quando il tempo verrà di ripartire io ti accompagnerò”. E questo è da sempre il compito dei tifosi, ruolo che i supporters napoletani non hanno mai abdicato.

Inoltre, proprio sabato, nella prossima partita di campionato, tutti i napoletani hanno un motivo in più per accorrere al “Tempio”: la scomparsa del nostro Totonno. 

A quel magnifico numero otto, che sin da bambino ha vestito la maglia azzurra, va dato il massimo degli onori.

Antonio Juliano è stato il giocatore più carismatico che il Napoli abbia mai avuto, un Hombre Vertical, una sintesi dei soli pregi di Lobotka ed Anguissa, colui che ha fatto capire al mondo intero cosa significa essere capitano del nostro Napoli. 

L’unico, insieme a Diego e Rudy, che potrebbe stare senza alcun dubbio nella migliore formazione degli azzurri di tutti i tempi, o se preferite, visto che abbiamo parlato di dei, nell’Olimpo Bianco Azzurro.

Gennaro Di Franco

Lutto Napoli, scomparso lo storico capitano Antonio Juliano

Lutto Napoli, scomparso lo storico capitano Antonio Juliano

Napoli piange Antonio Juliano, il grande ex centrocampista azzurro, capitano e dirigente è morto oggi all’età di 80 anni. Era ricoverato in ospedale e stava affrontando una malattia. 

Un simbolo, una bandiera della squadra azzurra, lui che era nato a Napoli il 26 dicembre 1942.

Militò dal nel Napoli dal 1961 al 1978 per 17 stagioni, di cui 12 da capitano, e rimanendo a lungo il calciatore azzurro con più presenze in tutte le competizioni; con i partenopei ha vinto due Coppe Italia (1961-62 e 1975-76), una Coppa delle Alpi (1966) e una Coppa di Lega Italo-Inglese (1976).

Napoli, Juan Jesus è sicuro: “Stiamo tornando”

Napoli, Juan Jesus è sicuro: “Stiamo tornando”

Contro il Braga servirà tutta l’esperienza possibile, un fattore che Juan Jesus ha dalla sua. «Domani c’è una partita in cui ci giochiamo tanto. Nelle ultime tre partite siamo cresciuti, al di la del risultati, abbiamo dimostrato che il Napoli sta tornando. Non si può passare da campioni d’Italia a niente. Stiamo ritrovando la giusta fiducia, io sono il più anziano ma il gruppo è giovane. Contro la Juve abbiamo fatto una bella partita, vogliamo continuare così con il Braga e tornare alla vittoria» le parole del difensore brasiliano in conferenza «Ci manca fare gol e vincere. A volte sembriamo meno lucidi. Ma questo passerà solo con il lavoro che stiamo facendo. I segnali ci sono, domani speriamo di poter vincere nuovamente a casa». 

«Mazzarri lo conosco da tanto tempo, ci ha dato la sua esperienza per capire che non siamo calciatori finiti e ritrovare la serenità» ha continuato Juan Jesus accanto all’allenatore toscano «Dobbiamo risolvere le cose, ogni allenatore ha il suo modo, lui lo sta facendo al meglio. Un cambio già si è visto, ora non dobbiamo più sprecare come fatto a Torino. Sono cambiate tante cose in questi mesi per tutti. Quando vinci dopo 33 anni le aspettative crescono. Ma la squdara ha sempre lavorato: in campo non ci vanno Mazzarri o Garcia, ci andiamo noi e siamo noi a dover rispondere. Ci dobbiamo mettere più impegno, le vittorie arriveranno. I momenti brutti passano e torneranno quelli belli».

Mazzarri: “Con il Braga un Napoli solido per vincere”

Mazzarri: “Con il Braga un Napoli solido per vincere”

Che partita si aspetta domani Walter Mazzarri? «Un match fondamentale passare il turno» è convinto l’allenatore toscano, oggi in conferenza prima della sfida al Braga in Champions League: «Sono qui da quattro partite, questa squadra ha dimostrato di saper giocare. Dobbiamo continuare così, ritrovando però equilibrio. Questo è il mio obiettivo. Vorrei vedere una squadra difensivamente più attenta, compatta. Il risultato con la Juve è carente, al primo tiro abbiamo preso gol». Qual è la strada? «Non voglio che la squadra faccia calcoli per passare il turno. Dobbiamo pensare a vincere e basta. Il Braga ha dei valori, noi dobbiamo provare a concedergli pochissimo. Solo così possiamo pensare al futuro. Cerchiamo di vincere senza subire gol, mi interessa solo questo». Mazzarri mette ancora la mano sul fuoco dei suoi calciatori: «La squadra non ha paura, ma non c’è tranquillità. Quando ci gira storto, la squadra accusa il colpo. Quando tutto girava bene, invece, erano bravi anche a rispondere ai gol subiti. Perciò domani è fondamentale: la squadra non deve sbandare. Dobbiamo tornare a essere solidi, sono sicuro che la vittoria arriverà».

Occhio alla difesa, quindi. «Chi vince lo scudetto ha sempre la difesa migliore. Bisogna ritrovare sicurezza difensiva. È questa la cosa che dà più fastidio alla squadra. L’organizzazione difensiva deve essere perfetta, l’attacco mi preoccupa meno» ha continuato Mazzarri «Difesa a 3? Sono arrivato qui proprio per giocare a quattro, invece tutti mi chiedono di giocare a tre. A sinistra è successo di tutto con Olivera e Mario Rui, Natan sta facendo il massimo. Mi aspetto di vederlo ancora meglio, in Brasile ha giocato da terzino. Al Torino ho avuto Bremer, i primi mesi era un altro calciatore rispetto a ora, è normale pagare dazio quando si arriva da lontano. Lui sta facendo già tanto. Zanoli ha avuto un infortunio e non ha tutta la gara nelle gambe. Domani miglioreremo ancora. Ma soprattutto dobbiamo ritrovare la solidità». Nessuna informazione sulla formazione, ma le idee chiare: «Oggi i calciatori possono giocare più partite ogni tre giorni senza troppi problemi. Se hanno il recupero giusto, mentalmente sono liberi e freschi. Lo avevo notato già prima di tornare qui a Napoli. Quindi non mi preoccupo di mandare in campo chi ha gicato di più».

Mazzarri sfida il Real: “Napoli, non abbiamo limiti”

Mazzarri sfida il Real: “Napoli, non abbiamo limiti”

Non ci sono limiti. A dirlo è Walter Mazzarri nella notte prima di Real Madrid-Napoli. «Con il Manchester City dodici anni fa abbiamo fermato una corazzata senza avere esperienza. Nel calcio non dobbiamo porci limiti, speriamo di fare qualcosa di speciale anche domani» le parole dell’allenatore toscano in conferenza «Quando scenderemo in campo vedremo se quello che abbiamo preparato riusciremo a concretizzarlo. Spero di vedere una squadra corta, compatta, organizzata come in avvio con l’Atalanta. Poi di fronte avremo il Real Madrid, dipenderà anche da come si comporteranno loro. Il Napoli lo scorso hanno ha sposato il concetto del gioco. Dobbiamo avvicinarci il più possibile a quello. Era un piacere vederlo, un orgoglio europeo, devo aiutare la squadra a ritrovare quella strada. Con l’Atalanta nel primo tempo abbiamo rivisto qualcosa, domani sarà più difficile ma ci proveremo sempre».

In attacco resta un dubbio la prima punta. «Osimhen ha giocato 25 minuti, vedremo se domani riuscirà a fare un tempo. Dobbiamo pensare anche all’Inter e a tutte le altre partite. Vedremo se partirà dal primo minuto o giocherà nel corso della partita» ha spiegato Mazzarri «Meret è sempre stato il titolare in campionato, poi vedremo se nelle coppe giocherà Gollini. Sicuramente in Coppa Italia ci sarà il secondo, ho sempre fatto così in carriera. Competiamo in tre tornei, Gollini ha fatto bene a Bergamo, di volta in volta sceglieremo». Negli occhi restano gli abbracci di fine gara a Bergamo: «Ho trovato un gruppo incredibile qui, ci sono giocatori seri professionalmente ed è merito della società. Se un allenatore trova questo materiale umano e tecnico è già a metà dell’opera. Non sempre ho trovato spogliatoi così in carriera. Se entro nella testa dei calciatori che ho, oltre all’organizzazione tattica riesco a trasmettere sempre la mentalità migliore».

La sfida con il Real Madrid è anche la sfida al collega Ancelotti: «Ho già incontrato Carlo più volte, è una persona squisita e un grande allenatore. c’è stima tra noi ma non andiamo in campo. Vedremo cosa faranno le due squadre. Per me deve restare al Madrid a vita, è il più vincente al mondo in questo momento. Non ci siamo sentiti prima della partita, casomai ci saluteremo domani e se ci sarà tempo ci parleremo dopo». In campo invece ci andrà Bellingham: «Che non è l’unico fenomeno del Real Madrid, hanno una squadra fortissima. Ma comunque è sempre la squadra a fare la differenza, mai il singolo. Domani troveremo una delle squadre più forti del mondo, poi vedremo dove saremo arrivati e ne parleremo anche con la società per riportare il Napoli in alto».