Osimhen: “La Premier? Un giorno…ma ora c’è Napoli”

Osimhen: “La Premier? Un giorno…ma ora c’è Napoli”

“Giocare in uno dei migliori campionati al mondo è bellissimo per me. So che la gente considera la Premier League il campionato più importante al mondo ma per ora non ci penso, non so cosa accadrà, io sto lavorando duro e sono felice di giocare a Napoli in una delle leghe più importanti nel mondo. Do il massimo per raggiungere i miei obiettivi e magari per giocare in Premier un giorno, ma mi sto godendo il momento. Per me la Serie A resta una grande sfida, con caratteristiche differenti dagli altri campionati e con tifosi che ti fanno sentire sempre il loro supporto. In questo aspetto per me è il campionato migliore”. Inizia così il discorso di Victor Osimhen, dopo aver ricevuto a Roma il Premio Sportivo della Stampa Estera.

“Razzismo? Dal primo momento a Napoli – continua l’attaccante – ho sentito la fratellanza tra bianchi e neri. I tifosi mi hanno sempre aiutato a non sentire le differenze. Ho la possibilità, come calciatore, di fare qualcosa per tutti quelli che hanno il mio stesso colore della pelle. Il lavoro da fare è tantissimo ma le cose stanno cambiando. Quando arrivi a Napoli da calciatore tutti ti amano, la città supporta la squadra e i suoi calciatori. Giocare al meglio è una missione per me proprio per questo motivo, in campo do sempre il massimo per i tifosi. Non so se sono un’icona di questa squadra, quello che facciamo è un lavoro di squadra”.

Osimhen poi si sofferma su Kvaratskhelia, colui che sta dando una marcia in più alla squadra: “Dico sempre che in squadra abbiamo grandi leader, i nuovi calciatori arrivati in estate si sono subito adattati. Kvara è una grande persona, è difficile non legare con lui dentro e fuori dal campo. È un grande calciatore, con talento, avrà una grande carriera, può davvero portare in altissimo la squadra, è uno di quei calciatori che può vincere il Pallone d’Oro. Quando l’ho visto per la prima volta mi ha impressionato, ho chiesto subito il suo nome a un membro dello staff. Sono felice per quello che sta facendo non solo per me ma per tutta la squadra. C’è amore tra noi e anche tanto rispetto”.

“Spalletti – sottolinea il numero nove azzurro – mi ha aiutato a crescere come attaccante dal primo momento insieme. Ricordo quando è arrivato, mi ha subito parlato dell’importanza che potevo avere per la squadra e del lavoro che avrei dovuto fare. Se sono diventato un grande calciatore lo devo a lui e al lavoro fatto”.

“La maschera? Anche nell’ultima partita – conclude Victor – contro la Lazio ho rischiato di farmi male al volto, ho preso un colpo forte, quindi continuerò a usarla”.

I convocati del Napoli: out Rui e Raspadori

I convocati del Napoli: out Rui e Raspadori

Attraverso il proprio account Twitter, la SSC Napoli comunica ufficialmente la lista dei convocati per la sfida di questa sera contro la Lazio. Assenti solo Mario Rui per squalifica e Giacomo Raspadori per infortunio.

  1. Gollini Pierluigi
  2. Marfella Davide
  3. Meret Alex
  4. Bereszynski Bartosz
  5. Di Lorenzo Giovanni
  6. Minjae Kim
  7. Olivera Mathias
  8. Ostigard Leo
  9. Jesus Juan
  10. Rrahmani Amir
  11. Zedadka Karim
  12. Anguissa Frank
  13. Demme Diego
  14. Elmas Elif
  15. Gaetano Gianluca
  16. Lobotka Stanislav
  17. Ndombele Tanguy
  18. Zerbin Alessio
  19. Zielinski Piotr
  20. Kvaratskhelia Khvicha
  21. Lozano Hirving
  22. Osimhen Victor
  23. Politano Matteo
  24. Simeone Giovanni

Spalletti: “Io e Sarri simili, applaudivo il suo Napoli. Inter-Juve influì sulla corsa scudetto”

Spalletti: “Io e Sarri simili, applaudivo il suo Napoli. Inter-Juve influì sulla corsa scudetto”

Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in vista della sfida di domani sera, contro la Lazio, in conferenza stampa: “La squadra si porta dietro una cultura del lavoro e un modo di stare in campo che affonda le radici nel tempo, negli allenatori che sono venuti prima. Io e Sarri siamo simili: ci garba andare in tuta a entrambi, vogliamo comandare il gioco e fare la partita. Il possesso palla dà la possibilità di decidere dove giocare la partita: è fondamentale saper alternarne i ritmi, ma il discorso poi è più profondo e tutto dipende anche dagli avversari. Sarri è stato un Masaniello del calcio: è stato capopopolo di una rivolta. Io ero a casa e dal divano applaudivo il suo Napoli. E quando ho potuto sono andato a vedere le sue partite. Sui campi di Castel Volturno ci sono ancora le linee di passaggio del calcio che faceva lui”.

NIENTE CATENACCIO. “Il nostro calcio – continua Spalletti – presuppone il coraggio di andarsi a giocare le partite, è più stimolante dire alla squadra di andare ad attaccare facendo qualcosa che piace a tutti. Non mi piace il calcio di chi sta tutti davanti alla difesa, eppure ho perso tante partite. Quando sono arrivato qui ho provato subito a riportare la gente allo stadio e in campo facciamo qualcosa che piace ai nostri tifosi. Sarri in campo è più ordinato di me, i suoi calciatori sono sempre più ordinati mentre io non sono così. Vedo giocare la Lazio che sta facendo un calcio bellissimo e si riconosce questa chiusura totale: noi domani dovremo trovare una finestra per entrare, dalla porta non si passa di sicuro. Dal punto di vista della praticità non so cosa sia meglio, per me è meglio così”.

LA FILOSOFIA DI SPALLETTI. L’allenatore azzurro prosegue: “I calciatori parlano bene di me? Intervistate Demme o quelli che giocano di meno e vediamo se è così. Per me è facile lavorare con questi calciatori che hanno qualità e umiltà. Io li ringrazio, ma sono loro gli artefici di tutto. Tutti giocano per vincere. Quando ho cominciato a lavorare ho sempre pensato a quello. Ma poi ci sono anche altre cose che danno soddisfazione: non mi piacerebbe vincere a tutti i costi e poi l’anno dopo fallire. Mi piace collaborare con i club in cui lavoro cercando di produrre un lavoro un passo per volta”.

LE DIFFICOLTA’ DI INIZIO ANNO. “Lazio-Napoli all’andata? Secondo me i pareggi con Fiorentina e Lecce – aggiunge Luciano – sono stati più determinanti, abbiamo tenuto la stessa mentalità nonostante le difficoltà e abbiamo lavorato ogni giorno”.

LO SCUDETTO PERSO DA SARRI. Spalletti ritorno poi al famoso finale di stagione nell’ultima stagione del collega sulla panchina azzurra: “Scudetto perso in albergo? Secondo Sarri, il risultato di Inter-Juventus ha influito sulla corsa. Poi io prendo sempre me come obiettivo e non penso mai alle cose che fanno gli altri. Vero che stavamo vincendo ed è vero che ho fatto delle sostituzioni che hanno determinato quella roba lì, perché eravamo molto sofferenti e in inferiorità, ma che io sia il responsabile di quello che poi è successo… Io non voglio dare responsabilità a nessuno, ma solo a me stesso”.

UNA RIVALSA? “Per me non c’è alcuna rivincita verso nessuno – ha aggiunto Spalletti – io provo solo a far bene il mio lavoro, non devo fare altro. Sono i risultati in campo che fanno la differenza. I complimenti dei miei vecchi tifosi mi fanno piacere, c’è qualche pagina social che ancora mi difende. Se dei giovani ti stanno ad ascoltare e ti seguono, mi responsabilizza. Io ho sempre dato il massimo e mi sono sempre comportato nella maniera migliore possibile. Anche quando la stampa non la vedeva così. Io sono bravo se la squadra gioca bene”.

LA SERIE A DI BASSO LIVELLO? ASSOLUTAMENTE NO. “Non penso che il campionato sia scarso: io occupo tutto il tempo a costruire bene le cose che dobbiamo fare noi, poi in fondo valuteremo se ci sono state distanze con gli avversari. Domani per me è un derby del condominio di cui parlo sempre, non ci interessano altre cose. Fin qui dobbiamo solo dare meriti a questa squadra, al di là dei risultati ma per il modo in cui siamo scesi in campo con continuità” ha proseguito l’allenatore azzurro.

UN NUOVO CICLO. “Qui ci sono basi ottime per un ciclo: un gruppo sano, calciatori forti e giovani che possono esplodere negli anni. La società è stata brava a sceglierli. Lo staff di Giuntoli è bravo a individuarlo, ma poi la società deve acquistarli. Aprire un ciclo è possibile perché ci sono ancora calciatori che hanno giocato poco e che possono giocare di più. A me piange il cuore per Elmas che dovrebbe giocare di più: lui non è mai venuto da me a chiedermi perché, c’è anche Raspadori che è stato un investimento importante ed è il futuro del calcio italiano, così come scommetterei su Gaetano e Zerbin”. Ha concluso Spalletti.

Sabatini: “Spalletti non lo sopporto”

Sabatini: “Spalletti non lo sopporto”

Sandro Sabatini, giornalista di Mediaset si è espresso su un paragone tra Stefano Pioli, Luciano Spalletti e Antonio Conte: “Se io fossi un presidente o un direttore sportivo, io prenderei come allenatore Pioli. Gli altri due non li sopporto. Uno che non apprezza la società in sede di calciomercato, Spalletti, invece, si lamenta dei giornalisti. La sera, a una certa ora, voglio mangiare tranquillo e con Pioli mangio tranquillo”.